Con l'arrivo dell'autunno i paesaggi suggestivi della Toscana iniziano a cambiare aspetto e colore. Dal verde saturo e acceso si digrada lentamente verso il giallo, prima, e il marrone, poi; dall'esplosione di foglie, fiori e frutti, si va verso boschi spogli e prati che si diradano. E poi c'è il primo freddo, quello che fa apprezzare ancor di più l'abbraccio caldo di un buon materasso. In tutto questo 'sfiorire' c'è però un frutto che diventa protagonista, un frutto che i botanici classificano come ' achenio', vale a dire un frutto secco che contiene un solo seme: la castagna. Il castagno, da cui deriva il frutto, ha origini antichissime, circa 10 milioni di anni fa e in Italia si coltiva da secoli, sia per il legname, sia per i frutti. L'Italia è tutt'oggi il terzo produttore mondiale di castagne, sfiorando le 80 tonnellate all'anno di frutti. In Toscana il castagno è un albero quasi magico, austero, caldo, tanninico, resistente e dalle venature a fiamma aperta che ha dato vita a stili d'arredamento eleganti e duraturi, oltre a una varietà di produzioni alimentari fra cui la 'farina di neccio' della Garfagnana, il miele di castagno della Lunigiana, la proverbiale castagna Marradi, la castagna del Monte Amiata. Quest'ultima è un presidio IGP dal sapore dolce e prelibato, il cui disciplinare prevede la coltivazione o raccolta fra i 300 e i 1.000 metri di altitudine. Se volete visitare la Toscana in autunno una passeggiata per i boschi a 'far castagne' è un appuntamento irrinunciabile, basta portarsi dietro un cesto di vimini e aver voglia di passare qualche ora immersi nella natura.